DESMOND TUTU e l'UBUNTU...e la Commissione per la verità e la riconciliazione in Sud africa

 
In Sud Africa nel 1995 fu istituita - per  volontà di Tutu e di Mandela con l'apporto di giuristi del calibro di Albie Sachs (in un attentato aveva perso un braccio!!)  -   la Commissione per la verità e la riconciliazione con il fine di eliminare la spirale di odio e violenza generata dall’Apartheid ed aprire la strada alla convivenza pacifica: la giustizia riparatrice o riparativa applicata ai reati individuali ed ai conflitti sociali fondati sulla discriminazione razziale. 

Il fondamento è l’Ubuntu.  Desmond TUTU nel suo libro “non c'è futuro senza perdono”,  definisce l'UBUNTU  una parola fondamentale della visione africana del mondo: la persona “è” attraverso le altre persone.. ed in quanto essere umano parte di una cerchia di persone che si riconoscono reciprocamente. 
E tutti si sentono collettivamente offesi quando altri esseri vengono offesi, degradati, sminuiti, violati!!

"In Sudafrica esiste una parola molto bella che esprime questo concetto, ed è Ubuntu.  Non esiste un sinonimo nelle lingue occidentali, vi è racchiuso qualcosa che ha a che fare con l'essenza intima dell'uomo. Quando un nero africano vuole lodare una persona afferma che quella persona ha Ubuntu. Significa che la considera una persona generosa accogliente e benevola sollecita compassionevole. Una persona che ha occhi aperti e disponibili verso gli altri, riconosce agli altri il loro valore, non si sente minacciato il fatto che gli altri siano buoni e bravi, perché ha una giusta stima di sé che le deriva dalla coscienza di appartenere a un insieme più vasto, e quindi si sente sminuita quando gli altri vengono sminuiti, umiliato quando gli altri vengono umiliati torturati oppressi o addirittura uccisi .Una persona - scrive Tutu - è tale attraverso altre persone o almeno questo vale la concezione dell' Ubuntu; e vale altrettanto nella visione della giustizia riparativa in ragione del suo interesse non per la pena da comminare ma per le relazioni da ricostruire.
Qui riposa il senso della giustizia riparativa: in un ascolto immaginativo, nel quale l'attenzione assume la forma della responsabilità... e sappiamo anche che il fine non è quello della riconciliazione a tutti i costi, ma è piuttosto quello di una ricomposizione, che allude alla costruzione di un equilibrio per quanto fragile e bisognoso di cure continue. 




Fare giustizia in una situazione pluriennale e sociale di discriminazione e di plurimi e gravi reati  è  un processo che  anziché retribuire il colpevoli per i reati commessi  mira a risanare le ferite, correggere gli squilibri, ricomporre le fratture, riabilitare le vittime ed i colpevoli. 

Il procedimento giudiziario si avviava con il riconoscimento della colpa da parte del reo che dava luogo all’amnistia cui seguivano misure di riparazione a favore delle vittime. Il riconoscimento avveniva spontaneamente e pubblicamente dinanzi alla Commissione: ciò costituiva "alleggerimento" per colpevoli ma anche della "ragione" per sofferenza della vittima. Amnistia ed esonero da pena non comportavano oblio ma memoria ed elaborazione del male commesso. 

Le misure di riparazione per i pregiudizi inflitti alle vittime erano assunte dallo Stato e dalla collettività interessata alla riconciliazione e non consistevano in risarcimento del danno - insufficiente a riparare il dolore – ma in borse di studio a favore dei figli delle vittime, programmi di formazione professionale. 
Si mirava alla catarsi sociale: una generale disponibilità al perdono...in nome della concordia sociale.

E come la giustizia riparativa in qualunque ambito applicata aspira a ricostruire relazioni infrante tra le persone per provare a consentire loro di progettare nuove ipotesi di futuro fondate su una ritrovata fiducia ..così anche la Commissione per la verità e la riconciliazione africana - quale manifestazione più alta di questo modello -  ha voluto indicare una strada per il superamento di un passato tragico verso un futuro diverso verso un cambiamento politico e sociale.

E sappiamo come è andata l'applicazione della Giustizia Riparativa ad opera della Commissione per la Verità e la Riconciliazione:  ora il Sud Africa è un paese libero e democratico!!

Pasquale Lattari